Il restauro della Cappella degli Scrovegni a Padova
di: Francescapp
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Grazie al compimento del programma di restauro,
finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ai
visitatori del nuovo millennio è stata data la possibilità di ammirare
gli affreschi giotteschi in tutto il loro originario splendore, e di
scoprire anche alcuni particolari significativi che il tempo aveva
nascosto, ma che sono essenziali per capire la grandezza di un’artista
quale Giotto è stato. Uno degli esempi più noti, in questo senso,
riguarda le lacrime, visibili dopo il restauro, che rigano il viso delle
madri raffigurate nella sezione dedicata alla strage degli innocenti,
ma potremmo citare anche i tre specchietti che adornano l’aureola del
Cristo Giudice, un artificio tecnico-scientifico più che artistico:
grazie a questa trovata, il 25 marzo, anniversario della consacrazione
della Cappella alla Vergine Annunciata, la luce che entra dalla finestra
e si staglia sul Cristo viene riflessa e illumina a sua volta
l’immagine di Enrico Scrovegni, ossia il committente dell’opera.
Ma
l’importanza del restauro non sta solo in queste chicche che è riuscito
a portare alla luce, sta anche e soprattutto nell’essere riuscito a
mettere l’accento sull’uso del colore e della tecnica del “marmorino”
effettuato da Giotto nella decorazione della cappella. Non bisogna
sottovalutare, inoltre, che i lavori di ristrutturazione
si sono resi necessari non solo per il restauro del manufatto in sé, ma
anche per rallentare il processo di deterioramento dell’opera. I lavori
hanno dunque previsto, oltre che il restauro degli affreschi, lo studio
di interventi di adeguamento dell’ambiente e di conservazione
dell’edificio, quali la messa in opera di controvetrate schermanti e la
sostituzione delle lampade ad incandescenza, senza dimenticare
l’innovazione maggiore, ossia la messa in opera del Corpo tecnologico
attrezzato, un sistema di protezione studiato per impedire agli
inquinanti gassosi di penetrare nella cappella e la cui installazione ha
preceduto i lavori di restauro veri e propri. Solo dopo la verifica
dell’efficacia del Corpo tecnologico attrezzato è stato infatti
possibile procedere con il montaggio di ponteggi
e cominciare dunque gli interventi conservativi d’urgenza
(consolidamento dell’intonaco e della pellicola pittorica) e i lavori
volti ad attenuare le disomogeneità cromatiche che erano venute a
crearsi in seguito ai precedenti lavori di restauro portati a termine
alla fine dell’Ottocento e, più di recente, agli inizi degli anni
Sessanta. Il restauro è stato inoltre accompagnato dalla creazione di
una pagina web dedicata, dalla creazione di una banca dati sulla
Cappella e il suo restauro e da una documentazione digitale, in modo da
dare a tutti una possibilità di approfondimento per comprendere la
portata e le finalità degli interventi di restauro.
Un’opera
dettagliata e sfaccettata, dunque, quella che ha portato al compimento
dei lavori di restauro della Cappella Scrovegni, un’opera che ha dato – e
che darà ancora a lungo - la possibilità ai numerosi visitatori di
godere dei colori e dei particolari riscoperti di un innegabile
capolavoro.
Informazioni sull'Autore
Articolo a cura di Francesca TessarolloPrima Posizione Srl
Fonte: Article-Marketing.it
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