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Tipi di collettori solari

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di: monolite
Parole: 891 | Visite totali: 1846

Esistono vari tipi di collettori solari con diverse specifiche e caratteristiche, ma principalmente le due tipologie più comuni e accessibili sono:

  • I pannelli piani vetrati.

  • I pannelli sottovuoto.

I pannelli piani vetrati

I pannelli piani vetrati sono formati da

  1. un piastra piatta scura.

  2. Una ricopertura trasparente che lascia filtrare la luce del sole e che va a diminuire la perdità termica.

  3. Un fluido trasportatore di calore ( di solito l'acqua ma può anche essere un antigelo o l'aria) che assorbe il calore dalla piastra.

  4. Un appoggio isolato termicamente.

Il funzionamento è il seguente: i raggi solari passano attraverso le lastre di copertura e colpiscono la piastra, che si riscalda, tramutando così l'energia solare in energia termica. Il calore viene poi passato dalla piastra ai tubi che scorrono attraverso essa, i quali contengono il fluido trasportatore. Tipicamente ore l'acqua riscaldata viene accumulata in una cisterna per poi predisporla all'utilizzo.

Per chiarire un dubbio che si può avere a causa della associazione dell'energia solare con il fotovoltaico; questi pannelli non creano energia elettrica, ma bensì l'energia catturata viene immagazzinata nell'acqua.

Possiamo trovare vari tipi di configurazione dei tubi attraverso cui passa il fluido trasportatore, alcuni sono disposti parallelamente altri a serpentina altri ancora ricoprono di acqua la piastra senza l'utilizzo dei tubi su di essa. Il funzionamento base rimane comunque uguale indipendentemente dal tipo di configurazione.

Nelle zone più temperate (alcune parti del nord Italia) i collettori possono essere progettati con parti in polimero, questo perché il polimero è molto più elastico del metallo e se il fluido trasportatore di calore (solitamente l'acqua) ghiaccia, il polimero non si rompe ma si espande.

La maggior parte dei pannelli piani vetrati ha un ciclo di vita maggiore dei 25 anni.

I pannelli sottovuoto

I pannelli sottovuoto sono facilmente distinguibili dai loro cugini piani, in quanto sono formati da condotti di vetro posti sottovuoto, al cui interno sono posizionate le tubazioni, agli occhi; una fila di cilindri paralleli.

Il sole ,colpendo i tubi, gli riscalda in maniera simile a quanto detto in precedenza, il liquido posto al loro interno aumenta di temperatura e di conseguenza permette il riscaldamento dell'acqua calda sanitaria.

Essendo i condotti sottovuoto, la quantità di calore perso per convezione e conduzione diminuisce. Questo gli rende più efficienti dei pannelli piani nelle temperature più fredde, Un vantaggio però che va largamente perso nelle aree climatiche calde, a meno che non si desideri acqua molto riscaldata come può accadere per particolari elaborazioni commerciali.

La particolare forma di questi pannelli aiuta a evitare il sedimento di neve, ma essendo i condotti sottovuoto, la neve sedimentata rimane per più tempo senza sciogliersi, sono dunque incerti i benefici in caso di neve.

Il ciclo di vita dei pannelli sottovuoto non si discosta da quello dei collettori piani vetrati, come quasi tutti i pannelli del solare termico.

Quale dei due è meglio?

La prima domanda che salta in testa è sempre questa ma purtroppo non c'è una risposta precisa, la comunità scientifica è incerta sull'assegnare la medaglia d'oro a uno dei due collettori solari.

I costi sono simili, e non ci sono differenze sostanziali nell'installazione.

I pannelli sottovuoto sono molto più efficienti quando il caldo non è tanto (possono essere utilizzati a temperature inferiori allo 0) , hanno più superficie esposta al sole e di conseguenza a parità di dimensioni sono più efficienti dei pannelli piatti e in genere soffrono meno di corrosione della loro controparte.

I pannelli piani vetrati hanno una miglior performance quando è molto caldo, sono generalmente più economici, almeno alla fonte, e ,in caso di nevicate forti, la neve si accumula con più difficoltà ,in quanto il calore ritenuto dal pannello la aiuta a sciogliersi più in fretta.

tuttavia si parla di differenze lievi e non risolutive, il consiglio per l'Italia è in genere il pannello sottovuoto, al nord Italia permette di essere sfruttato anche più di 11 mesi all'anno, questo grazie alla sua efficienza nelle gradazioni celsius più basse, e concesso che spesso anche a sud le temperature si fanno rigide è consigliato un collettore che funzione per più mesi all'anno.

Comunque è bene tenere a mente che le differenze sono lievi e che entrambi, nelle giuste situazioni, possono permettere ottimi investimenti.

Informazioni sull'Autore

Sacha lauria

 www.ilsolaretermico.org

Fonte: Article-Marketing.it

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